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Polania- I l*lt a

desta missione di rlfornire di materie prime le altre provincie delTlmpero, e nello stesso tempo di costi-luire per esse un sicuro mercato di sbocco.

Rimane !'AUa Slesia; ma ąuesta dai Tedeschi non e nemmeno considerata quale regione non ger-manica. Del resto sono i naggiori industriali dcl-1‘Impero che tengono in mano tutle le industrie. L'AIta Slesia e forsę 1'unica regione della Polonia che abbia avuto non lievi vantaggi dall'appartenere ad un paese straniero, apprendendo alla severa scuola tedesca quel]e quaJita di ordine, di metodo, e di disciplina cbe non sono certo le piu spiccate carat-teristiche dei popoli slavi.

Nel suo complesso 1'industria polacca nelle tre zonę di spartizione era di necessjta orientata verso i mercati interni dei paesi occupanti. Essa registra i maggiori progressi nel periodo cbe va dal 1850 al 1900, mentre prima del 1830 non esiste che in misura modestisstma. II suo svi|uppn e in molti casi ostaco-lato dai governi esteri i quali in ogni caso favorisco-no il sorgere di una industria in Polonia, solamente quando ció non si' risolva nel pericolo di una con-correnza ad industrie nazionali gia esistenti; in questo senso Tappartenenza a paesi diversi e certamente dannosissima.

II processo di capitalizzazione del Paese che accusa un notevoIe ritardo nei confronti dei paesi deirOccidente europeo appare ad ogni modo iniziato ed imoromettente ascesa alla fine del XIX secolo, e qualche anno piu tardi s'inizia nelta regione eco-nomicamente meno avanzata, vale a dire in Galizia.

L indipendcnza. — Nel 1919, dopo un periodo di cinque anni di guerra combattuta su tutti i campi della Polonia, auesta riacquista la sua liberia e si ricosłituisce a Stato indipendente.

Le condizioni dell economia del Paese sono in quell’epoca disastrose: gli stabilimenti distrutti, le citta snopolate ed impoverite, le vie di comunicazkw ne danneggiate dall'azione di tre armatę combattenti.

E su ąueste basi, e necessario costruire un nuovo Stato, riorganizzare la vila colfettiva, rianimare le Industrie ed i commerci, e nello stesso tempo nrena-rarsi ad arginare la minacciosa invasione boIscevica, che dilaga dalie aperte frontiere delI'Est.

Alla riorganizzazione delTindustria, che deve di necessita andar di conserva eon la ricostruzione di tutta 1'economia del Paese, sono offerte solamente le forze che e possibile trovare sul mercato locale. Fino a tutto il 1923 almeno la Polonia non puó contare su nessun importante aiuto finanziario straniero.

Ma. una volta iniziata la ricostruzione degli oni-fici distrutti, una volta chiusn vittoriosamente anche la guerra eon la Russia, ed assicurata aH'industria una atmosfera di calma e di tranquillita politiche, si presenta formidabile il problema della sostituzione dei mercati di consumo.

La Russia, principale acquirente dellindustria polacca del Regno del Congresso, e completamente chiusa al commercio; la Germania e troppo politica-mente nemica per non ostacolare in ogni modo la ri-nascila della Polonia, mentre glj al tri paesi confi-nanti o posseggono unindustria propria (Cecoslovac-chia) che la Guerra ha favorito enormemente o sono anch'essi in condizioni tali da non offrire grandi pos-sibilita di: consumo (Romanial.

Due vie rimanevano al Paese: o ridurre 1'entita della sua struttura industriale per ridiventare il paese tipicamente agricolo di un tempo, o cercare en-tro i suoi confini la risoluzione almeno parziale del problema della ricostruzione industriale.

La prima di codeste vie era piu agevole ma piu pericolosa; ii percorrerla avrebbe significato retroce-dere neirevoluzione economica in confronto di tutti gli altri paesi del mondo divenuti oggi eminentemen-te capitalistici, ed avrebbe posto la Polonia in una condizione di assoluto vassallaggio economico verso la Germania per quanto avrebbe riguardato il consumo di prodotti industriali.

Dicemmo poc'anzi che la prima via indicata sa-rebbe stata piu agevo!e; vediamo di chiarire.

L industria della Polonia, era nelle mani in gran parte di capitali esteri, mentre d‘altro canto nume-rose officine erasio state ereditate dal nuovo Gover-no per diritto di successione o di conquista.

U gran numero degli Ebrei impiegati nelLindu-stria, era infine motivo importante perche la nume-rosa popolazione agricola polacca avesse a dimos-trarsi contraria ad un incoraggiamento nella ricostruzione dellmdustria stessa.

Fortunamente peró, prevalse la giusta ten-denza di ricostruiire tutta Tecaniomia del Paese, sia agricola che industriale nel suo complesso, in modo di assicurare al nuovo Stato una posizione adeguata alle ricchezze naturali possedute.

Si badi bene: non si volle qui affermare che la ricostruzione nazionale avrebbe potuto conservare sempre carattere rurale; certo almeno nei primi anni era auspicalo da parte di molti uomini politici un temporaneo abbandono delFindnstria al suo destino, devolvendo tutte le risorse alla rinascita dell ag-ricoltura, base principale della ricchezza polacca.

Ma la Polonia, paese ricco demograficamente, che vede la sua popolazione aumentare annualmente di 500.000 anime, non poteva senza pregiudizio della sua potenza economica futura, trascurare quelle industrie che gia nel 1913 avevano raggii|nto un notevole grado di prosperita .

Nel 1919 si inizió auindi una ricostruzione paral-Iela in tutti i rami deH'economia nazionale, merce 1'aiuto dello Stato, il quale dovette trasformarsi mol-te volte in imprenditore diretto, laddove l'iniziativa privata non voleva o non poteva giungere. Dap-prima, il problema della sostituzione dei perduti mercati di vendita, non poteva prospettarsi in tutta la sua gravita; e questo almeno fino a auando le industrie non ayessero raggiunto un sufficiente sviIuppo.

Ma esso si palesó completamente, non aopena la produzione industriale superó le possibilita di consumo del mercato interno.

Ora, tale capacita di consumo essendo del tutto intima, si dovettero cercare le possibili vie dell‘es-portazione che potessero garantire alTindustria della Polonia un4esistenza sicura. In quei primi anni,



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